Di andare al Merano Wine Festival era già programmato, di passare per il Veneto no… e
come tutti fuori programma quello che ne esce è sempre pieno di piacevoli sorprese e
novità.
Ci dirigiamo in Valdobbiadene passando dalla zona dell’Alpago provincia di Belluno: dal
lago di Santa Croce saliamo la strada sino ad arrivare a Spert, piccola frazione di Farra
d’Alpago. Siamo alle porte del Pian del Cansiglio, un vasto altopiano prealpino a circa 1000 metri di altezza, conteso tra le province di Belluno, Treviso e Pordenone, che ospita una delle più belle ed imponenti foreste d’Europa e che nel periodo autunnale offre uno spettacolo di colori da commuovere gli animi.
Se siete appassionati di viaggi, Vi consigliamo di appuntarvi questi posti… Vi potrete “perdere” tra faggi e abeti rossi per piacevoli passeggiate, potrete visitare i piccoli villaggi cimbri, ripercorrere i luoghi della resistenza della seconda guerra mondiale, oppure, dalla metà di settembre alla metà di ottobre, partecipare alle uscite notturne organizzate per ascoltare il bramito dei cervi che abitano la foresta, lo struggente verso che emettono durante il periodo degli amori.
Arriviamo a Santo Stefano in Valdobbiadene. Lo spettacolo che si offre ai nostri occhi
in questo periodo dell’anno è una immensa distesa gialla grazie alle viti di Glera che
si preparano al riposo invernale!
Andiamo a visitare una piccola cantina dal nome Le Piovine (http://www.lepiovine.it), è di quelle che piacciono a noi, emozionanti, vibranti, vere! Ci accolgono i fratelli Miotto, Mirko, l’enologo, ed Alessandro, in una cucina familiare, genuina, “di casa”.
Non c’è nulla di patinato e convenzionale. Due ragazzi giovani che hanno scelto di lavorare la terra per tramandare le tradizioni di famiglia. Ci spiegano il significato del nome “Le Piovine”: si deve andare indietro nel tempo, quando i parroci e tutti coloro che collaboravano nella chiesa di campagna, la pieve appunto, si sostentavano grazie ai frutti delle terre (le piovine) assegnate ai contadini, i quali solo molto tempo dopo riuscirono ad affrancarsi ed a vedersi assegnati i terreni che da sempre avevano coltivato con amore e dedizione. Ci raccontano la loro produzione: piccola, consapevole, legata al territorio ed alla tradizione di questi luoghi e destinata a chi sa capirla ed apprezzarla. Imbottigliano una sola volta l’anno e quando il vino è finito….è finito!
“Questa è la nostra filosofia, questo è il nostro essere e non possiamo tradirlo” ci
dicono. Se non è Karma questo…
Stappano per noi le loro tre etichette: i due spumanti metodo Martinotti “Le Piovine Extra Dry DOCG” e “Le Piovine Brut” nonché il vino frizzante “Fondo Le Piovine Tèrmen” sul quale dobbiamo aprire un capitolo a parte!
Questo è il vino della tradizione, il vino attorno al quale si riunivano le famiglie per le chiacchiere e la convivialità, è un inno alla terra, al sole ed all’uva Glera.
Questo è il “Vin Col Fondo”, probabilmente il prosecco meno conosciuto della zona di
Valdobbiadene, la cui tradizione viene, però, tramandata con orgoglio anche tramite manifestazioni ad esso dedicate.
Il vino base, che servirà anche alla produzione dei prosecchi, viene affinato per 6 mesi sulle fecce e, poi, imbottigliato con i lieviti, con il “fondo” per la fermentazione in bottiglia per almeno 2 mesi. Alla fermentazione in bottiglia non seguirà null’altro se non l’apertura da parte del consumatore. Il vino, che si consiglia di scaraffare per evitare che il “fondo” lo intorbidisca, risulta di facile e piacevolissima beva.
Al naso la fragranza dei lieviti apporta un caratteristico complemento senza sovrastare o
alterare il fruttato del vino base. In bocca entra, al principio, delicato per poi aprirsi in una soffice pungenza che la pervade tutta, confermando le fragranze olfattive. Appagati dall’esperienza sensoriale che ci hanno regalato, salutiamo i fratelli Miotto incoraggiandoli, se ce ne fosse bisogno, a continuare così!
Lasciamo la zona di Valdobbiadene e cominciamo l’avvicinamento in Alto Adige. Merano si conferma quella che conosciamo, elegante, verde e pulita.
Ed anche il “Wine Festival” non delude le aspettative grazie alla selezione di qualità di vini e prodotti della Commissione “The Wine Hunter” (http://www.meranowinefestival.com).
Come in tutte le manifestazioni che ospitano un numero elevato di case vitivinicole, è necessario fare una selezione e noi la facciamo secondo la nostra filosofia.
Non potendo recensire tutte le etichette degustate… ve ne vogliamo raccontare due.
In un nostro articolo vi abbiamo già parlato dell’azienda Lieselehof di Caldaro (http://www.lieselehof.com). A Merano è rappresentata da Julian Morandell (uno dei figli del Sig. Werner) ed inserita nella sezione “Extremis”.
L’azienda produce tutti vini biologici e, tra questi, alcuni hanno anche il marchio “Green Mountain Wine”. Si tratta, cioè, di vini prodotti da uve PIWI, ossia da vitigni frutto di incroci ed accurata selezione resistenti ai funghi. L’utilizzo di questi vitigni consente all’azienda di ridurre a zero l’utilizzo degli anticrittogamici ed erbicidi chimici.
Per chi volesse approfondire l’argomento, consigliamo l’interessantissimo libro scritto dal Sig. Werner Morandell dal titolo “Vitigni resistenti”.
I PIWI utilizzati dall’azienda Lieselehof sono il Bronner, il Johanninter, il Souvignier gris ed il Solaris ed a Merano erano in degustazione il Julian IGT 2015 (http://www.lieselehof.com/img/weinbriefe/italiano/julian-it.pdf) e il Sweet Claire Alto Adige IGT (http://www.lieselehof.com/img/weinbriefe/italiano/sweet-claire-it.pdf).
Se siete nella zona di Caldaro non potete perdere l’occasione di andare a visitare
l’azienda. I Morandell sapranno trasmettervi la passione che li spinge a produrre vino nel rispetto della natura e la degustazione dei loro prodotti sarà la prova che produrre “verde” non significa togliere qualcosa ai vini. Significa, al contrario, esaltare al meglio in un vino le potenzialità che la natura ci dona.
Altra tappa prestabilita è quella presso il banco dell’azienda Antonio Mazzella di Ischia
(https://www.ischiavini.it/). Ci accoglie al banco Nicola Mazzella. A Merano l’azienda ha in degustazione due etichette il vendemmia tardiva “Nero 70” Ischia IGT 2013 ed il “Villa Campagnano” Epomeo bianco IGT 2016 da uve Biancolella e Forastera.
I vini raccontano, come sempre, la cura e dedizione della famiglia Mazzella, ma soprattutto il territorio. Descrivere i vini che assaggiamo è come intraprendere un viaggio… Provate a chiudere gli occhi e, dopo aver dato il primo sorso, non sarà difficile
immaginarvi lungo uno strada ischitana, con il calore che sale dalla terra e dai muretti a secco mentre contemplate le vigne che scendono ripidissime, quasi a voler toccare il mare. Nei vini di Mazzella c’è la terra vulcanica, il tufo verde, il sole ed il mare dell’Isola
Verde, c’è il frutto di quella viticultura eroica che si tramanda da generazioni.
Da andare a visitare: verrete accolti oltre che da Nicola, dal papà Antonio che, vi garantiamo, saprà rapirvi il cuore!